Selezionatore Indifferente china, 1986 |
L'indifferente
Questi sono tra i primi disegni che ho fatto in azienda. Il tentativo era quello di spiegare ai candidati e ai rispettivi manager incaricati della selezione quali erano i comportamenti corretti da tenere per avere un efficace colloquio di selezione.
All'epoca non avevo ancora la titolarità di condurre i colloqui e quindi mi mettevo ad osservare i comportamenti di coloro dai quali avevo da imparare.
In particolare, mi colpì un manager della manutenzione che, per verificare se i candidati avevano iniziativa o meno, cadeva in uno stato letargico per alcuni minuti, aspettando che il candidato facesse la prima mossa. Erano tempi in cui il capo era il "capo", corredato di segretaria, ufficio chiuso, scrivania con brocca, medagliere ed onorificenze aziendali. Dall'altra parte, i candidati, giovani diplomati appena usciti dal rigore degli studi (era un'epoca in cui per iscriversi all'Istituto tecnico industriale si faceva la coda) e dal servizio 'militare, avevano interiorizzato il comportamento per cui, di fronte a un superiore, si parla solo se si è interrogati.
I minuti passavano e queste sessioni di "surplace" risultavano interminabili: ad un certo punto, se il candidato non si muoveva, era il manager a cominciare, ma gran parte del giudizio era compromesso.
L'aggressivo
Selezionatore aggressivo china, 1986 |
Mgr.: Come sta ?
Cand.: Bene
Mgr.:Ho visto che ha fatto un test disastroso: come mai ?
(il candidato non poteva più portare come scusa che non stava bene).
Ci fu un candidato molto brillante, tenne testa in modo maschio all'aggressività del capo, dimostrò è razionalizzò in modo esemplare i suoi pareri e le sue scelte e motivazioni, risolse in un lampo il quiz estemporaneo, raggiunse uno dei migliori punteggi nel test di logica.
"Ecco il candidato che fa per noi!" - disse il capo aggressivo - "spediamogli subito il telegramma di assunzione!"
Il candidato rinunciò all'offerta: non vedeva ragioni per finire a lavorare in un ambiente dove i capi trattavano in questo modo i collaboratori.
L'amicone
Il capo amichevole permette senz'altro un incontro simpatico e cordiale....ma occorre fare attenzione: alla cordialità non è detto che corrisponda una reale valutazione positiva del candidato/a. Bisognerebbe sapere distinguere tra il sorriso e il tic nervoso, ma non è sempre facile in queste situazioni. Di sicuro una cordialità eccessiva tende a far travalicare le barriere di una situazione, come il colloquio, a ruoli definiti. Il candidato si fa prendere la mano e spesso le conseguenze non sono positive.
L'impegnato
Il capo super impegnato è una delle caratteristiche più frequenti:
nel mio disegno dell'epoca la rete non esisteva ancora e quindi il nostro era alle prese con "solo" due telefoni: figuriamoci oggi!
Il capo che si comporta in questo modo raramente riesce ad ottenere una visione oggettiva delle capacità del candidato e dà scarse possibilità a questi di esprimersi.
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