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Il concorso Pubblico


Nei giorni scorsi ho partecipato a un concorso pubblico che mi è stato suggerito dalla parrucchiera di mia moglie (molto più efficace delle tonitruanti agenzie per l'impiego). Potete immaginare... 250 partecipanti per un posto nel personale tecnico dell'università. Ci sono andato per curiosità e per vedere come venivano erogati i test rispetto al settore privato. Passavano solo i primi 30 e non avevo alcuna probabilità: è noto come dopo i 50 anni la senescenza porti a un rincoglionimento precoce. Tuttavia, per non deludere la parrucchiera, mi sono impegnato a svolgere in ogni caso il test addentrandomi nelle domande di logica, di rotelle che girano, di date sulla conquista dell'Abissinia (lì c'ero e quindi ho risposto giusto). Il risultato è stato sconcertante: sono passato rispetto a una età media di 30-35 anni.

Ciò comprova che l'età mentale non coincide con l'età cronologica: temo per la mia incolumità: non vorrei finire preda di qualche setta di digitali nativi globali ed essere gasato come in "1984" di Orwelliana memoria.

E' evidente che, con malcelata immodestia, l'ho detto a mia moglie e lì è stato l'errore fatale, in quanto mi ha detto: "Bene, adesso c'è la prova scritta!".

La prova scritta consisteva nella simpatica lettura di una serie di documenti: lo statuto dell'università, il regolamento generale, il regolamento amministrativo e finanziario, il regolamento per la concessione degli spazi universitari, il regolamento per il trattamento dei dati personali. (circa trecento pagine). Mancava circa una settimana e non avevo letto niente. Mia moglie mi ha detto: "non vorrai che la parrucchiera si offenda!" Così ci sono andato: speravo che fosse un test a crocette dove potevo arrivarci per deduzione, invece mi danno due fogli di protocollo ed estraggono a sorte un tema amministrativo: l'opportunità di fare una figura di merda era sempre più alle porte.
Non so come ho scritto 3 pagine fitte di regolamenti. Dopo tre giorni l'esito: sono passato anche lì.

Ormai l'attesa era palpabile e non l'ho potuto tenere nascosto (tra l'altro è in internet e chiunque lo può vedere). Mia moglie mi fa "bravo! E adesso tra due giorni c'è l'orale!"
L'orale consisteva nel rispondere a una domanda scelta tra cinquanta buste chiuse e una prova di inglese: passano i primi candidati: "il candidato esponga il ruolo del senato accademico" (questa la sapevo), ..."il candidato esponga il ruolo del dirigente" (su questo ci posso arrivare)....il candidato esponga i titoli di studio formali erogati dall'università...(li so a memoria....)...tocca a me: scelgo la busta: "il candidato esponga la perenzione degli oneri passivi" il Direttore Didattico di fronte a me di rivolge al direttore amministrativo: questa non so che cosa sia ci pensi tu ? Dopo di che la prova di inglese: la collega della commissione esita a darmi il testo: non capisco il motivo, poi si svela l'imbarazzo: mi dice "lei sa per caso l'inglese ?" "Mi si apre un mondo: ho 54 anni, lei 35: ai suoi occhi sono equiparato a suo nonno, che sa guidare l'aratro e prevedere il tempo con i calli, ma che non ha mai visto un computer, né tantomeno conosce una lingua oltre al dialetto del luogo. Mi dà 5 righe da tradurre sulla normativa degli stages (che gestivo internazionalmente nell'89). 

Va bè sono passato anche lì. Dopo un paio di giorni l'esito: 30/30. Naturalmente non ho vinto il concorso, ma sono arrivato almeno in fondo. Era tale il mio scetticismo e il tempo limitato per presentare la domanda che sono paradossalmente passato per gli esami, ma non ho presentato neanche un titolo (non ho avuto il tempo di preparare la documentazione).

Morale: ho partecipato a un concorso vero, sono stato trattato con professionalità, dignità e rispetto, tutto quello che ho fatto è dipeso dalle mie capacità e non sono stato discriminato per età come sarebbe avvenuto e avviene nella tanto decantata selezione privata.

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