venerdì 12 aprile 2013

Patrick Smallbrain e l'utopia del non-pensiero.

Smallbrain (al centro) attorniato da ammiratori
in una foto d'epoca (1961)
Nel corso dello sgombero di un vecchio solaio, ho avuto modo di recuperare alcune scatole di libri ingialliti. Tra decine di libri vari, dai manuali di cucina ai gialli della serie Urania, un titolo ha attratto la mia attenzione: "The big hole country: become happy through non thinking attitude" di Patrick D. Smallbrain,  Director del non-behavioral Advanced Study Insitute dell'Iowa. Si tratta di un libro piuttosto raro, pubblicato nel 1961, la cui edizione italiana, tradotta impropriamente, deduco per ragioni commerciali, in "Viaggio dentro Busonia" non ha ottenuto alcun riscontro significativo nel dibattito sociale ed economico dell'epoca.
E' probabile che tale indifferenza sia stata indotta dal fatto che le sue teorie fossero considerate del tutto astruse e irrealizzabili e quindi non meritevoli di ulteriori approfondimenti.

La ragione? Perché Smallbrain, unico tra gli psicologi organizzativi del suo tempo, aveva previsto l'avvento di internet e del grande cambiamento della società che avrebbe implicato. Le sue teorie risultavano del tutto visionarie: il lavoro in rete, il social network, la possibilità di incontrarsi nel mondo virtuale, costituivano, per i teorici dell'organizzazione tayloristica, come un'inutile perdita di tempo: perché preoccuparsi del lavoro da casa, nel momento in cui si stavano trasferendo masse di lavoratori nelle fabbriche metalmeccaniche del nord ? Che utilità avrebbe l'orario flessibile, la creatività, la libera impresa in un mondo che si sviluppava attraverso l'efficienza e l'ottimizzazione dei tempi e metodi ?

Rifacendosi ai paesi immaginari del passato come "Flatandia", "Uronia" e "Cacania" (1), l'autore completa il trittico con la sua "Busonia", il luogo della pace,  dove si realizza il futuro della società, grazie all'utilizzo esteso delle tecnologie.         

Smallbrain intuisce gli effetti della globalizzazione superando il concetto, poi riproposto da Friedman,  "The world is flat"  e teorizzando "The world is a big hole": il mondo (è)sarà soltanto un unico, grande, immenso buco.

Nel buco gli uomini saranno finalmente liberi da atteggiamenti aggressivi, sessisti, arrivisti, narcisisti, psicotici e depressivi.
Per raggiungere questo ambito traguardo, l'uomo dovrà esercitare costantemente il "non-pensiero" attraverso il supporto dell'evoluzione tecnologica. 

Grazie alle "tecnologie mobili" (Smallbrain intuisce anche l'avvento del telefonino)l'uomo sarà completamente pacifico, in grado di avere migliaia di amici, un animale virtuale da curare e portare a spasso, il tutto senza necessità di muoversi da casa. Le tecnologie mobili di rete saranno la fonte più credibile dell'informazione, supereranno l'Enciclopedia Britannica, e saranno in grado di fornire ogni nozione utile a gestire la propria esistenza: dalle soluzioni agli esami di maturità, agli avanzamenti e alle sfide professionali, ai tempi dedicati allo svago e ai divertimenti. Attraverso il non pensiero, punto di arrivo di un difficile cammino di ricerca della non risposta alla non domanda, gli uomini saranno finalmente liberi di non esprimersi e di non competere. (....segue)
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(1)Flatandia, Uronia e Cacania, sono rispettivamente di Abbott, Voltaire e Musil (n.d.R)