lunedì 22 luglio 2013

Il viaggio dell'Egòcero

qui c'è il ritratto dell'egòcero, lo vedete ? 
Il vecchio egòcero ammirava stancamente il paesaggio incontaminato delle montagne. Ancora una volta, nonostante il peso degli anni, era riuscito a conquistare la vetta più alta. Da una cengia più in basso, un gruppo di alpinisti gli faceva ampi gesti di saluto e di ammirazione. Li osservò per un istante e rispose con un cenno del capo, tipico della cortesia e discrezione che caratterizza gli egòceri.

Si andava verso sera e l'aria si faceva più frizzante: era il momento di tornare al rifugio più in basso per non essere sorpresi dalla notte che, a settembre, aveva cominciato a calare più in fretta.

Mentre scendeva, ripensava a quanti sacrifici aveva dovuto fare per imparare la strada per arrivare lassù, quante insidie aveva superato, quanti egòceri competitivi aveva dovuto affrontare nelle stagioni di primavera! Li aveva battuti tutti, con il cuore, ma soprattutto con la testa. Nonostante la supremazia indiscussa, aveva sempre avuto una parola di conforto nei confronti dello sconfitto: "Vedrai, mio caro, che il mal di testa passa subito.... non te la prendere, un giorno diventerai anche tu un egòcero con le contro c....!"

In fondo, la vita degli egòceri era così, basata su una sana competizione che, una volta l'anno, a primavera, stabiliva le gerarchie e l'ordine sociale. Poi si viveva tranquilli per il resto dell'anno, immersi in una natura selvaggia ma benevola, che invitava a pensieri profondi e acute dissertazioni sull'origine dell'egòcero, del perché era stato posto a dominare la terra, del fine ultimo di questo continuo salire per poi ridiscendere e così via.

Nel cielo ancora luminoso del tardo pomeriggio, era spuntata la luna piena. Il vecchio egòcero si fermò a contemplarla: si era sempre chiesto il motivo per cui la luna, una volta raggiunta la massima dimensione, si riduceva a poco a poco, per poi sparire e ritornare a crescere. A cosa serviva questo sforzo di cambiamento ? Nel corso degli anni, dopo molte riflessioni sul fenomeno, era giunto alla conclusione che la luna era stata creata per permettere agli egòceri di misurare il tempo. Questa intuizione gli aveva permesso di conseguire il rispetto del suo gruppo. Certo, c'era voluto un po' a farlo capire, a impegnare i giovani e gli anziani a guardare la luna ed osservare i suoi cambiamenti (nessuno ci aveva fatto caso prima di allora). Nel tempo, la convinzione che ci fosse qualcuno di tanto grande e irraggiungibile che era al servizio degli egòceri aveva avuto un effetto benefico sul gruppo, che non aveva più timore del futuro o di dover passare l'inverno al freddo. Anche il salire sui pinnacoli aveva dato un senso: era come avvicinarsi un po' alla luna. Qualche giovane, probabilmente imbevuto di studi economici del fondo valle, era arrivato addirittura ad affermare di averla toccata, ma nessuno gli aveva creduto, dato che gli egòceri hanno sempre manifestato un sano empirismo.

Era così immerso nei suoi pensieri (la luna gli aveva anche ricordato la sua prima bella egòcera conquistata molto tempo fa), che non si era accorto che un giovane egòcero gli era venuto incontro...
"Egòcero svegliati!......e due"
"Eh?" rispose il vecchio
"Egòcero svegliati!!! ....e tre!"
"...sono sveglio...."
"Non sembra - disse il giovane egòcero - è la terza volta che te lo dico: svegliati!"
"Perché?"
"Perché hai le corna!"
"Certo, tutti gli egòceri maschi adulti hanno le corna, che c'è di male ?" - rispose il vecchio
"Le corna sono il simbolo di una società gerarchico-fallocratica e sessista ormai superata dal pluralismo globalizzato!  Vedi ? Io non le ho!"
"Ma un giorno le avrai..." disse il vecchio egòcero
"Non ci penso nemmeno!" rispose il giovane
"Ma per generazioni tutti gli egòceri maschi di questo mondo non hanno avuto altra aspirazione che diventare adulti e farsi spuntare le corna!"
"E io ti ripeto: svegliati! Che m'importa di diventare adulto? Ormai le corna non servono più a niente!"
Il vecchio egòcero sogghignò: "Vedrai che che quando arriverà la primavera e dovrai conquistare una femmina, le corna ti serviranno eccome!"
"Ma sei out ? - replicò il giovane - come puoi essere ancora preda di questi pensieri lascivi e violenti ? Le femmine non c'è più bisogno di conquistarle a cornate e poi inseguirle per settimane tra i rovi: laggiù nel fondovalle, con le nuove tecniche di ingegneria genetica si garantisce la specie comodamente dalla propria tana! Guarda qui!"
Il giovane si voltò e gli mostrò un bel tatuaggio sulla chiappa: "E.N.D. 2014"
"Con questo gli accoppiamenti sono già belli e fatti, non c'è bisogno di inseguire, basta un paio di click-clack degli zoccoli....Ti devi svegliare! Aggiornare! Promuovere il cambiamento!"
"Caro giovane, mi hai convinto, ma come faccio ? Le mie corna sono le più lunghe e potenti del territorio, e mi dispiace abbandonarle...."
"Puah! Non sono nemmeno buone per un arredamento vintage! Il mondo va verso la parità dei sessi: il metro-egòcero è molto più attraente del vecchio maschio tradizionale!"
"E come faccio ?" disse il vecchio
"Semplice: uno, ti fai segare le corna, due ti fai fare un bel tatuaggio nella riserva del fondovalle: le femmine arriveranno a frotte, o meglio a branchi!"
"E potrò stare in loro compagnia ?"
"Certo!"
"E parlare con loro della luna ?"
"Cos'è ?" disse il giovane ego
"E' quel disco che sta nel cielo, creato per noi egòceri per segnare il tempo, si vede lassù, dalla vetta..."
"Dai facciamo in fretta, non c'è tempo!" L'interruppe il giovane egòcero, per nulla interessato alle nostalgie del vecchio. "Ti porto dall'estetista del fondovalle e vediamo di dare una bella limata a quelle orrende appendici che ti ritrovi..."

Così privato delle corna e tatuato il vecchio egòcero si sentiva un po' a disagio "speriamo non mi venga un raffreddore..." pensava tra sè.

Passò così l'inverno e arrivò la primavera: il vecchio egòcero era tutto eccitato di sperimentare la nuova tecnica di conquista. Si incamminò verso il luogo della riunione annuale e, ad un tratto, lo vide.

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 La storiella a questo punto può avere più di un finale. Proseguo con il mio:

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"Ehi, fatti da parte!" Il giovane egòcero spuntava da uno sperone roccioso...ed era piuttosto cambiato: gli erano spuntate un bel paio di corna.
"Ehilà - disse il vecchio - che peccato! Ti sono già spuntate le corna proprio nel momento meno opportuno, quando ci sono da conquistare le giovani egòcere!"
"Ma ti sei rimbecillito ? - rispose il giovane - ma come si fa ad attrarre una femmina senza corna ? L'egòcera moderna ha bisogno di essere rassicurata, di esprimere la sua personalità con qualcuno che si differenzi e la complementi! Come può riuscirsci un vecchio glabro e lascivo, pieno di tatuaggi ?

"Ma tu non mi avevi detto....?"
"Non mi ricordo - rispose il giovane - viviamo in un'epoca in cui tutto è così veloce per noi egòceri.... Comunque una cosa me la ricordo, che ti devi far sempre ripetere le cose due volte: fatti da parte, come ti ho detto!"
"E la luna ?"
"La luna non esiste" E così il giovane si allontanò baldanzoso. Nel girarsi gli si notava ancora il tatuaggio sulla chiappa "END 2014".

Il vecchio egòcero non sapeva interpretare quei simboli, ma qualcosa gli diceva di non provare invidia e si incamminò a sua volta verso il sentiero che conduceva alla luna, sicuro che l'avrebbe trovata.